Titoli di Stato e default dell’Italia


6 Dicembre 2011 - I continui timori sulla tenuta del debito pubblico italiano hanno avuto come conseguenza quella che, attualmente, i Btp viaggiano su binari ben diversi da quelli delle altre obbligazioni in euro.

La prima considerazione è che i rendimenti dei Btp sono maggiori rispetto a quelli degli altri titoli con uguale scadenza.
Tuttavia i Btp presentano un’anomalia: offrono lo stesso rendimento per tutte le scadenze comprese tra i 2 ed i 10 anni; gli altri bond in euro presentano, invece, un rendimento maggiore con l’allungamento della scadenza del titolo.

Questo è un segnale molto significativo: i mercati hanno sempre più il timore che si possa arrivare a un default dell’Italia e questo comporterebbe un probabile taglio nel rimborso dei capitali; ecco perchè i prezzi di tutti i nostri Btp si sono abbassati in maniera considerevole nelle ultime settimane.

Ma il calo dei prezzi dei Btp ha un impatto maggiore, in fatto di rendimenti, per le scadenze più brevi: se si acquista un titolo a 90 sapendo che verrà rimborsato a 100, la scadenza a due anni farà si che la differenza di 10, tra l’acquisto ed il rimborso, rappresenti un rendimento di circa il 5% annuo.
Se il titolo, al contrario, dovesse scadere tra 5 anni, il rendimento offerto dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso scenderebbe al 2% annuo circa.

Se l’Italia dovesse dichiarare fallimento, i Titoli di Stato che garantirebbero rischi minori sarebbero quelli con scadenze più lunghe.
Se si arrivasse al default, il taglio del rimborso sarebbe lo stesso per tutti i titoli e di conseguenza la perdita sarebbe minore per i titoli con scadenza più lunga.

Se la situazione di tensione dei mercati dovesse proseguire, pur senza giungere al temuto crac, i rendimenti dei titoli continuerebbero ad essere cospicui e potrebbero addirittura aumentare.
In un caso del genere potrebbe essere opportuno parcheggiare il capitale in obbligazioni a breve scadenza, aspettando il susseguirsi degli eventi, pronti ad approfittare dei rendimenti futuri, più allettanti.

Una scelta oculata potrebbe essere quella dei Cct legati ai Bot, il cui prezzo è anch’esso sceso notevolmente in queste ultime settimane.
Sei mercati dovessero ricominciare a valutarli correttamente, il loro prezzo si riavvicinerebbe verso quota 100, consentendo ampi margini di guadagno in conto capitale.

Se, infine, la situazione dovesse tornare al sereno, ancora una volta i titoli a lunga scadenza rappresenterebbero la migliore soluzione: i rendimenti dei Btp si ridimensionerebbero e di conseguenza si rialzerebbero di più i prezzi dei titoli con scadenza maggiore rispetto a quelli meno longevi.

Maurizio Zani - XageneFinanza2011



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